Dopo un sabato mattina di lavoro, niente di meglio che un pomeriggio di (moderato) shopping e poi un salto ad una mostra curiosa intitolata "Gioielli Fantasia" e allestita nel cuore di Torino, a Palazzo Madama. Un'intera sala dove ammirare una serie di bijoux d'epoca del '900, uno più luccicante ed esagerato dell'altro. Non a caso: infatti, dopo la crisi del '29, le signore della buona società ricorrevano ai bijoux, assolutamente falsi, per mostrare di possedere ancora uno status sociale elevato. La cosiddetta Costume Jewelry è dunque la bigiotteria creata appositamente per adornare un vestito. Il termine viene usato per la prima volta in riferimento ai bijoux disegnati da Hobé per alcuni spettacoli teatrali di Broadway, e si diffonde poi anche nell'ambiente del cinema muto Hollywoodiano. Infatti, a seguito del grande boom del Gioiello Fantasia durante la Grande Depressione del 1929-1939, anche le meravigliose dive del cinema come Greta Garbo, Marlene Dietrich, Bette Davis e Vivien Leigh li indossano su loro abiti di scena, e da qui in poi i bijoux vivranno di vita propaia accanto ai gioielli veri.
Molti i designer in mostra attraverso le loro creazioni: Trifari, Marcel Boucher, Coro, De Rosa, Eisenberg, Miriam Haskell, Eugène Joseff, Kenneth J. Lane, Pennino, Wendy Gell e Iradj Moini.
Tutti questi artisti hanno dato il via libera a brillanti, zirconi, pietre colorate e applicazioni: più il gioiello era eccessivo più la proprietaria era alla moda. Interessanti anche i soggetti che andavano per la maggiore: troviamo spille a forma di animali, fiori e piante, collane multicolor pesantissime solo a guardarle, orecchini sgargianti e bracciali a forma di serpente. Ma non era solo il mondo bucolico e naturale ad attrarre l'attenzione; erano infatti molti i richiami all'attualità. Bandiere americane, marinai che si apprestano a salpare, ballerine, aerei, corone dei reali dell'epoca, addirittura una spilla a forma di baia su cui si abbatte un aereo che a me ricordava molto "Lost" ma in realtà era una citazione dell'attacco giapponese a Pearl Harbor nel '41. Molto ricca anche la selezione di spille vintage a forma di albero di Natale, molto ambite dai collezionisti, soprattutto se recanti la firma, per esempio AAI, HOBE', WEISS.
Ok, lo ammetto, le prime parole che mi sono venute in mente, e che sentivo anche in sala, erano "pacchiano", "kitch", "immettibile". Ovvio, il gusto negli anni è molto cambiato. Ma non si può negare che questa mostra mi abbia permesso un affascinante e divertente viaggio nel mondo dei gioielli e soprattutto che, se questi bijoux davano un po' di sicurezza e di gioia alle donne che li indossavano, meritano sicuramente di essere ammirati ancora oggi.
splendida la mostra, incompetente e approssimativa la cosiddetta giornalista che ne parla.
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